Sulla cima della Sardegna

tipologia
8mm - HMISULUCC-0009
anno
1955
Montagne
tramonto
gite
montagne
paesaggio
Negli anni ’70 Uccio Isulis filma un gruppo di amici sulla vetta di Punta La Marmora, la cima più alta della Sardegna, nel massiccio del Gennargentu. Le immagini, immerse nella luce del tramonto, mostrano due donne e due uomini che osservano l’orizzonte, mentre una di loro scruta il panorama con un binocolo. La cinepresa indugia sulla targa commemorativa posta sulla vetta, a 1.834 metri di altitudine, e sulle ampie vedute che si perdono tra montagne le montagne. Il toponimo sardo della montagna è Perda Crapìas o Perdas Crapìas, che significa “Pietre spaccate”, un richiamo alla natura scistosa delle rocce che tendono a frantumarsi. La cima porta il nome del generale e scienziato Alberto Ferrero della Marmora, che descrisse l’isola in due celebri opere ottocentesche: Voyage en Sardaigne (1826) e Itinéraire de l’île de Sardaigne (1860).
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Sulla cima della Sardegna

tipologia
8mm - HMISULUCC-0009
anno
1955
Montagne
tramonto
gite
montagne
paesaggio
Negli anni ’70 Uccio Isulis filma un gruppo di amici sulla vetta di Punta La Marmora, la cima più alta della Sardegna, nel massiccio del Gennargentu. Le immagini, immerse nella luce del tramonto, mostrano due donne e due uomini che osservano l’orizzonte, mentre una di loro scruta il panorama con un binocolo. La cinepresa indugia sulla targa commemorativa posta sulla vetta, a 1.834 metri di altitudine, e sulle ampie vedute che si perdono tra montagne le montagne. Il toponimo sardo della montagna è Perda Crapìas o Perdas Crapìas, che significa “Pietre spaccate”, un richiamo alla natura scistosa delle rocce che tendono a frantumarsi. La cima porta il nome del generale e scienziato Alberto Ferrero della Marmora, che descrisse l’isola in due celebri opere ottocentesche: Voyage en Sardaigne (1826) e Itinéraire de l’île de Sardaigne (1860).
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