Questa sequenza del 1949, girata dall’alpinista e cineamatore Mario Fantin, documenta l’inizio di un'escursione verso il Monte Bianco. Le didascalie originali guidano lo spettatore come in un diario filmato: il 10 settembre 1949 appare subito in apertura, seguita dall’evocazione del “fascino enorme” della vetta più alta d’Europa. Il film alterna testi e immagini, restituendo l’intensa preparazione che precede l’impresa: libri, mappe, guide e carte alpine scorrono davanti all’obiettivo, mentre Fantin racconta il desiderio coltivato negli anni di conoscere il massiccio prima ancora di vederlo dal vivo. La decisione di partire è presentata come un momento ponderato, quasi solenne. La cinepresa registra poi i gesti concreti del viaggio: l’equipaggiamento sistemato accanto a un vagone ferroviario, il cartello che indica la strada per Aosta e Courmayeur, le nuvole che frenano l’entusiasmo dell’alpinista, i primi scorci dei villaggi ai piedi della montagna. Nel ritmo paziente dell’attesa si inseriscono le ricognizioni: l’escursione al Lago Checrouit è introdotta da cartelli di sentiero e da un passaggio collettivo su un camioncino lungo una strada sterrata di montagna, con donne e bambini che partecipano alla salita. La clip si chiude su un telescopio puntato verso il massiccio.
Questa sequenza del 1949, girata dall’alpinista e cineamatore Mario Fantin, documenta l’inizio di un'escursione verso il Monte Bianco. Le didascalie originali guidano lo spettatore come in un diario filmato: il 10 settembre 1949 appare subito in apertura, seguita dall’evocazione del “fascino enorme” della vetta più alta d’Europa. Il film alterna testi e immagini, restituendo l’intensa preparazione che precede l’impresa: libri, mappe, guide e carte alpine scorrono davanti all’obiettivo, mentre Fantin racconta il desiderio coltivato negli anni di conoscere il massiccio prima ancora di vederlo dal vivo. La decisione di partire è presentata come un momento ponderato, quasi solenne. La cinepresa registra poi i gesti concreti del viaggio: l’equipaggiamento sistemato accanto a un vagone ferroviario, il cartello che indica la strada per Aosta e Courmayeur, le nuvole che frenano l’entusiasmo dell’alpinista, i primi scorci dei villaggi ai piedi della montagna. Nel ritmo paziente dell’attesa si inseriscono le ricognizioni: l’escursione al Lago Checrouit è introdotta da cartelli di sentiero e da un passaggio collettivo su un camioncino lungo una strada sterrata di montagna, con donne e bambini che partecipano alla salita. La clip si chiude su un telescopio puntato verso il massiccio.